Pubblicato il volume Predator sull’arte fotografica di Caterina Notte

Dal 15 dicembre è disponibile online il libro Predator(136 pagine a colori, progetto Neiye, lingua
italiana e inglese).Il volume Predator è stato pubblicato in occasione della personale della fotografa Caterina Notte al Civico Museo Setificio Monti, curata da Ambra Patarini nel mese di settembre 2021 e raccoglie le opere in mostra accanto ad altri lavori della serie Predator, progetto nato nel 2010. Caterina Notte nata ad Isernia nel 1973 vive e lavora tra Monaco di Baviera e Olbia. I suoi lavori sono stati esposti in gallerie e musei in Italia e all’estero in città come Roma, Milano, Dortmund, Shanghai, New York, Montreal, Praga e Santiago del Cile per citarne alcune.
L’artista fotografa ha scelto di utilizzare diversi strumenti per sperimentare una forma di
comunicazione diretta, dal video alla performance, dall’installazione alla fotografia. Diversi suoi
video sono stati realizzati e prodotti in Molise con personaggi reclutati tra le persone del luogo per coinvolgerli in un’esperienza di riflessione attiva sul proprio ruolo di “abitante” del pianeta terra come anche la performance Fatodol del 2006, realizzata per la residenza IoProject, con cui Caterina Notte ha testato il fatalismo persistente negli abitanti di un piccolo borgo molisano, e infine con la fotografia il focus si è spostato sulla potenza e sulla trasformazione della carne in movimento (serie Aliens Form n.0, 2018). “Mostra Contemporanea” curata da Ambra Patarini
con l’opera Predator#41.All’interno del volume è possibile anche leggere una selezione delle interviste più recenti all’artista Caterina Notte che porta avanti una riscrittura della debolezza e della bellezza, concentrandosi sul tema della sorveglianza e del controllo. La sua ricerca ha origini ancestrali, tutta la sua attenzione è focalizzata sul corpo e sulla carne per segnare una nuova direzione dello sguardo umano. Il corpo è qui visto come la massima forza e potenza in ogni essere umano. Le prede dell’umanità diventano i predatori nel momento in cui si rendono coscienti della potenza generata da uno sguardo ribaltato. Predator è la donna o la bambina che ha il potere di sconvolgere gli
schemi o anche solo il pensiero comune. Ogni donna ha la responsabilità di liberare la propria
femminilità e il dovere di osservare, riconoscere e accettare il proprio punto di svolta, di uscire dalla propria zona di dissonanza. Per l’artista si tratta di una strada verso una società gravitazionale e non disgregante.

#carlomarinoeuropeannewsagency

Precedente "Pharmakon": la silloge della poetessa Sonia Giovannetti Successivo I Figli dell'Algoritmo di Veronica Barassi